TSUNAMI OKKUPATO

19-11-2011 D.K.

A Bologna di pari passo con una repressione sempre più tangibile qualcosa di positivo si muove. E’ palpabile l’esigenza di fare qualcosa, da parte di tutti, che siano studenti, anarchici, comunisti, artisti, punks, ravers, disoccupati, precari, e chi più ne ha più ne metta.

Per qualche giorno è stato occupato un cinema a ridosso di Piazza Maggiore. Anche se uno sgombero veloce era prevedibile non succedeva da parecchio un’occupazione così in cntro, con un clima colorato e positivo, una commistione del tutto eterogenea di gruppi e persone che hanno partecipato alle attività, e soprattutto la bellezza decadente di un enorme cinema sotterraneo, con grandi gradinate a chiocciola, i sedili ancora intatti blu, il soffitto altissimo, il buio, l’intonaco scrostato..roba da film anni ’80 zombie dark!

In via Larga, nella zona industriale Roveri, è stato occupato uno stabile enorme, ex sede delle Poste. Ora ci sono furgoni, camper, una grande sala per la musica, all’esterno una sorta di tendone da circo che funge da topee, con sotto un grande tappeto dove sedersi davanti a un fuoco. Dentro l’efficenza traveller ha già provvisto a un impianto potente, luci strobo colorate, un bar, gabbie, manichini e liane di plastica decorative. Un gran lavoro fatto in solo una settimana dagli occupanti, per lo più ragazze e ragazzi, ravers.

Ieri a sorpresa ci hanno invitato a suonare. E’ stata una bella serata, calda allegra e partecipata. In scaletta INTOTHEBAOBAB, INFAMIA, CANCER SPREADING, 9/11 JUMPERS. Poi musica trash fino al mattino. Sono stato accolto da uno squatter con un’entusiasmo contagioso che mi abbraccia e mi fa “hai visto come ci siamo sistemati benino? Adesso vediamo di un’unirle tutte queste realtà!”

Lunga vita al neonato TSUNAMI, sottoculture unite!

 

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Roma brucia! 15 ottobre 2011 : quello che ho visto

Essere il 15 ottobre a Roma è stato “necessario”, bellissimo, inquietante, e per me anche un pò amaro. Il tam tam di giornalisti, politici, opinionisti, nani & ballerine riempie già le pagine , i canali, la stampa e le teste della gente con il disgusto per quello che è successo. Quello che chiunque non fosse sprovveduto sapeva già che sarebbe successo…perchè quei “facinorosi” descritti come 4 gatti in croce, in realtà erano qualche migliaia e occupavano solo loro (o quasi) una piazza intera. Perchè il conflitto sociale cresce ovunque ed è inutile chiudersi gli occhi di fronte a questa realtà. Tutti si sono buttati a capofitto nel crocifiggere i giovani black bloc, nessuno neanche per un istante si è chiesto i motivi delle loro azioni, i motivi della loro rabbia. O forse tutti sanno benissimo quali sono, ma hanno dimostrato una volta in più di sbattersene altamente. Invocata per l’ennesima volta da tutte le voci autorevoli del nostro Paese mafioso la solita repressione. Giro di vite nei centri sociali, perquisizioni e arresti tra gli anarchici, leggi speciali.. Altra benzina su di un fuoco oltre che bruciare, sta già dimostrando di saper scottare.

Trovarsi lì in mezzo ha ben poco a che vedere con il “romanticismo” immaginifico della rivolta! La verità è che non si capisce un cazzo, i lacrimogeni bruciano gli occhi, si fa fatica a respirare, bisogna stare attenti a non essere messi sotto da una camionetta o dalla gente che corre piena di panico, che non ti esploda una bomba carta vicino, di non trovarsi troppo vicino ai carabinieri per non correre il rischio di prendere una pietrata in testa e viceversa, idranti che rincorrono la gente, grida, urla, spasmi, adrenalina a mille. E poi quando nel percorso si libera una via di fuga tornare verso la stazione camminando in uno scenario surreale: una improvvisa calma, una nube di fumo enorme che si alza in cielo da dietro un bellissimo palazzo romano, passi di fianco a macchine che stanno ancora lentamente bruciando, tenendoti per mano ad una amica ritrovata, come si farebbe durante una passeggiata estiva lungo un fiume. Non ci sono più cartelli stradali in giro, tutti staccati per distruggere le vetrine delle banche.Chiedi un’informazione a qualcuno per arrivare alla tua meta, lui si toglie il cappuccio, sanguina sull’arcata del sopracciglio. Ti da gentilmente le indicazioni.

Di quello che è successo non voglio fare un racconto chiaro perchè non rispecchierebbe per niente quello che è successo. Mentre corri, mentre cerchi di stare il più attento possibile, perchè da un secondo all’altro la temperatura del corteo si alza e si abbassa; tutto si riduce a scene, come flash. Sensazioni immediate, veloci, crude. Le mie su quello che ho visto sono le seguenti:

– piazza della Repubblica gremita di gente, un corteo che sembra non finire mai, un fracco di bandiere rosse. Gente di tutti i tipi, tutte le età. Cori ovunque, clima gioioso, rilassato. Aspetto seduto con qualche punk su una gradinata l’inizio del corteo. Mi godo il momento, perchè so che il clima cambierà.

-Parte il corteo, mi infilo tra milioni di persone cercando di seguire i volti che conosco. Li perdo quasi subito. Resto dietro ad un gruppo di punk di Roma, vestiti di nero, con una bandiera bianca con scritto “IL PADRONE E’ MORTO”. Per il momento stiamo vicino ad un carro che spara musica di merda e vende birre.

-Il lontananza la prima fumana di una machina in fiamme, ragazzi vestiti in nero si fanno largo tra la gente per corrervi incontro. Il corteo che si spezza nei punti dove le macchine bruciano.

– Banche dalle vetrate distrutte, un distributore di benzina distrutto. La devastazione dei simboli del controllo sociale mi ha messo davvero gioia! Proseguo.

-Bombe carta risuonano nei cassonetti, spunta il “blocco nero”, in massa, agile. Il corteo è spezzato, chi è davanti prosegue, chi è dietro si ferma. Una finestra di una caserma rotta, inserita una bomba, il fuoco che divampa altissimo! Brucia la caserma. Pompieri con le sirene, arrivano in cielo gli elicotteri che riprendono. Tantissima gente che alza diti tesi verso chi li sta riprendendo.

– L’incrocio per arrivare in piazza S.Giovanni. Poliziotti caricano, pietre e lacrimogeni a non finire. Il blocco nero carica. Caos! Una signora sulla cinquantina ha una girandola in mano, attaccato al manico della girandola colorata c’è un cartellino con scritto “sono così indignata”. Si sta cagando addosso, tutti scappano e rischia di cadere. Urlo alla gente di stare calma, non avere paura, non correre. Dico alla signora che i ragazzi non vogliono fare male a lei, di stare tranquilla e di sedersi.

-Piazza San Giovanni: una camionetta impazzita fa un carosello in mezzo a gente, per un pelo non mi investe. Pietre, lacrimogeni, idranti. Cariche, ritirate seguite da attacchi, fumo. Occhi in fiamme, il rimbombo delle bombe carta ovunque a frequenza regolare di ogni 10 secondi.

-un venditore di magliette del Che che scappa con la sua merce.

– via di fuga dalle cariche in via Tasso. Ambulanze a iosa, camionette sfrecciano pericolose e impazzite. Tanti, tanti, tanti, tanti ragazzi ovunque. limoni, Maalox, cambio.

– La gente con cui ero all’inizio se l’è svignata lasciandomi in mezzo a una città militarizzata di cui non conosco la geografia…penso che anche una rivoluzione con questi presupposti non cambierebbe poi troppo le cose in meglio. Subito dopo penso che è una mia menata mentale, mando a cagare la cosa e vado per la mia strada. Fortunatamente incontro un’amica.

– Strade distrutte, fumo, gente che torna a casa. Nei volti di alcuni di loro c’è delusione, ma nessuna sorpresa. Davvero, nessuna sorpresa in realtà.

Modi

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Comunicato per l’organizzazione del NoBordhertzFest, a Roma.

Sabato 24 settembre siamo andati a suonare al Bencivenga Occupato. Oltre che passare una giornata viva e stimolante insieme ai punk anarchici di Roma, abbiamo partecipato ad una loro assemblea sull’organizzazione di una tre giorni a novembre. Una tre giorni la cui organizzazione è aperta a chiunque voglia partecipare e non limitarsi a vivere un’autogestione in maniera passiva. Questo di seguito è il comunicato:

 

“Vittime di una progressiva commercializzazione, le pratiche dell’ occupazione temporanea e non, hanno perso la loro carica innovativa, sperimentatrice e sovversiva. La molteplicità di proposte artistiche, portate avanti fin dal finire degli anni ottanta dai primi travellers, è andata scomparendo inghiottita dalla standardizzazione insopportabile che ha trasformato questi eventi in vuoti simulacri di se stessi. Un graduale appiattimento dell’ “offerta musicale” ormai prodotta in serie, l’assenza di performance ludico-comunicative e la passività dei partecipanti hanno lasciato spazio a chi pensa solo a riempirsi le tasche. Le feste creative e spontanee, momenti di liberazione individuale e collettiva, si sono trasformate in situazioni apatiche, free party vuoti ,senza anima ne contenuti, ricchi ormai solo di business e spaccio. Non vogliamo riproporre le stesse dinamiche che il sistema ci impone quotidianamente ma occupare spazi, farli rivivere, generando tensione, conflitto e rottura.

Contro la privatizzazione degli spazi proponiamo quindi l’occupazione!

Alla delega e al divertimento imposto preferiamo la creazione attiva e creativa!

Alla militarizzazione di spazi e territori contrapponiamo la libertà di movimento!

E per chi ogni giorno si arroga il diritto di decidere sulle nostre vite abbiamo in serbo solo rabbia!

Partendo da queste considerazioni con la nostra naturale predisposizione all’autogestione, fuori dai meccanismi dello stato, con la consapevolezza che ogni gesto della nostra vita, compresa la creazione gioiosa di una festa, è parte della lotta quotidiana contro l’esistente,

vogliamo invitare tutte le individualità, gruppi musicali, gruppi teatrali, artisti di strada e chiunque voglia proporre creazioni artistiche. Pronti a confrontarci con le persone e con i gruppi che vorranno partecipare alla realizzazione della manifestazione, coscienti che tutti saranno coinvolti in prima persona.”

NOVEMBRE 11-12-13

Il ricavato delle giornate del festival servirà a creare una cassa benefit in sostegno dei compagni colpiti dalla repressione

per partecipare alle prossime assemblee o avere informazioni scrivi a:
nobordhertzfest@paranoici.org

http://nobordhertzfest.noblogs.org/

 

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Storie di ordinario fascismo casalingo

2012 dopo kristo/ora di cena/casa di una famiglia media italiana

“..bzzz…clic!..bzzz..

e allora signora
Paola, cosa facciamo? L’accendiamo questa risposta?..click!..bz
zz”
“Ah! ecco lascia qui che c’è il Tg!”
“bzz….Manuela Arcuri dice di no al Presidente: eroina della sinistra o ingrata verso un uomo che l’ha fatta lavorare? ..bzzz.
ma ora passiamo a una notizia allarmante: oggi c’è stata una rivolta in un Centro di Identificazione ed Espulsione di Torino..un gruppo di anarchici ha tirato palline da tennis dentro il C.I.E. di Torino, dentro le palline vi erano bigliettini che incitavano gli immigrati irregolari alla rivolta, come è succeso ieri a Lampedusa. Poco dopo i clandestini destinati al rimpatrio hanno devastato e poi bruciato il centro d’accoglienza…tafferugli e cariche della polizia..bzzz..e ora calcio…click!”
“Ma guarda t’è questi! Gli si accoglie e ti bruciano tutto…e adesso basta però! Allora ha ragione vostro padre che questi a calci in culo li dobbiamo mandare a casa!”
“Ma che cazzo dici ma’? Guarda che questi sono in carcere senza aver fatto niente!”
“..si si Umberto, quando sei piccolo ancora..vai pure a farti fare il lavaggio del cervello dai centri sociali! lì si che li vogliono…te credo, li vogliono perchè vi portano la droga eh! e intanto mamma e papà pagano le tasse anche per loro!”
Il babbo, l’uomo di casa, acconsente all’intervento con un rutto gusto pollo e peperoni.
“eh ascolta tu madre Umbè! e non ce rompe i cojoni con ste stronzate da coccolanegri che qua non c’è più lavoro e tu che sei giovane dovresti essere il primo a preoccuparti!..magna và, finche ce n’è da magnà, che si raffredda!..e almeno a cena non mettiamo a litigare, fammi un pò sentire la tivvì in pace che mi sono spaccato la schiena tutto il giorno.”
“bzz…e domani come ogni anno il Giorno della Memoria, prevista nella programmazionedi rete approfondimenti sulla Shoa e i campi di concentramento…in tutte le scuole sarà…bzzzzbzzz……”
1935 dopo Kristo/ora di cena/casa di una famiglia media italiana
“Silenzio ragazzi che ci sono le notizie alla radio!”
“bzzzz….zzzzz….da oggi vietate le attività commerciali per le famiglie di razza ebrea, vietato l’ingresso in luoghi e mezzi pubblici..bzzz..bzzz”
“mamma, perchè è vietato l’ingresso agli ebrei?”
“..non saprei di preciso Umberto, chiedilo al tuo papà”
Il babbo, l’uomo di casa, acconsente all’intervento con un rutto gusto pollo e peperoni.
“ah ah, Umbertino mio, perchè a casa nostra facciamo come ci pare. L’Italia è degli italiani, non degli ebrei. Tu dovrai lavorare per l’Italia, non loro al posto tuo!..adesso mangia che si raffredda e fammi ascoltare la radio, sù da bravo…”
bzzzz….bzzzz…
“ecco lascia qua che questa canzone mi piace! ogni volta che la sento mi piace come la prima volta…là là là…na na na..”
“bzbzbzbzzzzz…..bzzzzzzzz”
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KAOS 4#

Oltre ad un nuovo Lp di prossima uscita c’è il quarto numero della nostra pigrissima fanzine cartacea! Kaos n.4…ogni volta che esce di solito sono morti già due o tre papi (non papi Silvio..intendo quelli vestiti di bianco, col cappellone, che biascicano sui balconi)…cominciamo a pensare che porti fortuna! Questo numero sarà comunque pronto fra qualche mese, dobbiamo ancora raccogliere articoli, interviste, pensieri…perchè una volta che la facciamo almeno la facciamo bene! e corposa. Di sicuro sarà un numero interessante perchè cose interessanti intorno a noi  ne stanno succedendo parecchie. Un’anteprima: conterrà una lunga e bella intervista ai Kalashnikov, romantic punk from Milano, una ai Cancer Spreading, strench-core tra Modena e Bologna, una rubrica di cucina a cura della gattina Memo e molto molto altro…come al solito generi, idee e persone diverse tra loro, come al solito nessuna propaganda, ma un invito a riflettere, parlare, ascoltare diverse campane e trovare punti d’incontro. Come al solito il solito coma… il solito Kaos!

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PUNK?

“…parlare del desiderio significa parlare dell’ignoto, del desiderio di libertà…è impossibile conoscere un desiderio senza soddisfarlo, e la soddisfazione del desiderio è la rivoluzione…la cultura odierna, essendo individualistica, ha sostituito la creazione con la “produzione artistica”, e ha prodotto soltanto segni di una tragica impotenza…creare è sempre scoprire ciò che non si conosce…è il nostro desiderio di fare la rivoluzione.” 

                  IS (Internazione Situazionista)

 

Il punk deve più di qualcosa all’Internazionale Situazionista, solo che non lo sa..e non gliene frega neanche un cazzo. E noi dobbiamo qualcosa al movimento punk, nato 30 anni prima di noi? Non lo so, e neanche questo è di grande importanza in fondo. Però il portale di comunicazone più isterico, diretto, divertente e alla portata dei nostri mezzi è sicuramente quello. Il desiderio di libertà, giustizia, pace ha bisogno di rivoluzione… ma quale rivoluzione è possibile nella provincia di un’italietta mafiosa, che sta dietro ad un’europa di banche e mercati, che sta dietro ad un’America di guerre, che sta in mezzo allo sfacelo…un’Italia dove l’individualismo egoista è tutto, non esistoni movimenti forti di opposizione, tutti i vecchi fascisti sono ancora lì a governare, a nessuno è rimasto un bricciolo di credibilità. Il punk è l’unica rivolta possibile (non rivoluzione, RIVOLTA), è una forma sfuggente e non teorizzata di anarchismo, fatta di rumore, pazzia, colore, autoproduzione di vestiti e risorse per vivere, concerti illegali, simboli e messaggi contrastanti. E’ la creatività che sostituisce l’arte, un calcio in culo ai divertimenti borghesi, ai prodotti commerciali e al controllo sociale. Questa è la mia visione del punk e per questo suono in un gruppo punk. I rave sono divertenti, allucinogeni e potenti, ma se mettessimo i messaggi del punk dentro un set tecno i 3/4 della gente uscirebbe..perchè in fondo sono lì per farsi il fine settimana senza pensieri, in attesa del prossimo lunedì. E va bene eh, nulla di male..ma a noi non basta. E non ci basta neanche solo collezionare dischi degli anni ’80,  riempirci di toppe, e neppure andare a vedere l’ennesimo concerto di un gruppo strafigo e brutale di cui nessuno capisce cosa  stia dicendo e perchè, ma a tutti piace per partito preso. Se questo è il punk, allora forse noi non siamo punk! Quello che ci interessa è andare in giro a conoscere gente diversa, condividere musica e divertimento con loro supportando situazioni e posti antagonisti, fare conoscere i nostri messaggi per cercare di stringerli tra le mani sempre di più, fare da collante e unire tante esperienze e visioni diverse con la nostra fanzine, KAOS, perchè soli uniti si fa la forza. Vogliamo distruggere, creare, occupare, scardinare, urlare, ascoltare, rompere i coglioni e tirare secchiate di vernice verde su qualsiasi schifosa forma di “normalità” in tutte le cento modalità che ci frullano al secondo nel cervello. Se questo è punk allora lunga vita al punk!

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###0 /Cronistoria di un baobab cresciuto nel cemento/

“Siamo tre sbombardat come voi, capitati per caso in questi opachi anni zero come voi. Con l’urgenza di essere un ordigno, una piccolo e fastidioso lampo di rumori e parole in mezzo a questo buio post-DEMENcratico, post-punk, post-cyber, post-futuro… post-tutto, ma alla fine niente. Oh baby! Sapessi come è divertente inventarsi ogni giorno qualcosa per passare il tempo quando non hai nessuna prospettiva davanti! Un vero spasso.

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