Intervento al Music Freedom Day

E’ capitato un pò di tempo fa che Chiara, che fa parte dell’associazione culturale BoGround invitasse un componente dei Baobab a fare un intervento ad una tavola rotonda  presso il centro Katia Bertasi, in via Fioravanti 22, in occasione del Music Freedom Day. Music Freedom Day è la giornata mondiale di dibattiti e manifestazioni contro la censura nella musica. Quando arrivò questo invito inaspettato subito pensai cosa potessimo centrare noi con la censura musicale..i nostri dischi non escono nei negozi, i nostri concerti sono auto-organizzati, i nostri messaggi non vengono filtrati da nessuna istituzione musicale che ci ricatta sull’ammorbidire i contenuti in cambio di visibilità…pensai “chi ci censura in realtà?”. Questo pensiero però ne face partire altri a catena e mi resi conto che accettare l’invito sarebbe stata una buona occasione per parlare di quella forma di censura molto più subdola e viscida che si può riassumere nel termine “repressione”: sgomberare spazi sociali dove si sviluppano i percorsi delle sottoculture che nel 99% dei casi usano la musica come principale strumento di espressione non è forse censura? Quando non ci saranno questi spazi i gruppi anti-autoritari e libertari andranno a dire la loro in un locale o spariranno? Io credo che molti spariranno…e quindi limitare gli spazi e libertà di azione è a tutti gli effetti CENSURA. La repressione bigotta & vecchio stile che avviene nei regimi repressivi può letteralmente ammanettare e fare violenza diretta sulle persone: vedi Pussy Riot in Russia, o più leggermente cose tipo i Sex Pistols che anche se nell’Inghilterra del ’77 erano primi in classifica nelle vendite di dischi il loro nome veniva cancellato nelle classifiche e il loro concerti venivano vietati…ecco, cose di questo tipo altro non fanno che attirare l’attenzione dei media e quindi ovviamente amplificare a dismisura i messaggi di rivolta di chi viene censurato, o imprigionato. E infatti le istituzioni più avanzate e che hanno imparato la lezione usano altri metodi: togliere la voce a chi non dice cosa al sapore di Amici di Maria, o al massimo puoi averla in piccola parte se fai parte di quel filone un pò contro, ma alla “partigiana”, alla Modena City Ramblers e tutti gli altri gruppi un pò di “sinistra” per capirci chiaramente…tutto quello che invece è radicale, sia nei suoni che nei contenuti, invece non deve emergere, la nostra merda non deve venire a galla…loro non rompono le nostre uova (leggi:non boicottano i nostri dischi), ma bruciano le nostre tane (leggi:sgomberano i nostri spazi), e lo fanno in mezzo all’indifferenza più totale della gente. Direi che questa è censura a tutti gli effetti. Non sarebbe bello se alla solidarietà con gli spazi sgomberati e alla lotta per trovarne altri partecipasse anche la comunità “musicale”, oltre che quella prettamente “politica”? Dalla risposta che si da a questa domanda potrebbe anche partire una riflessione sulla musica all’interno degli spazi libertari, e magari chissà, anche un tentativo di valorizzarla maggiormente nel caso si riconosca che è un elemento importante, se non fondamentale.

La tavola rotonda era composta dai personaggi più eterogenei: musicisti, giornalisti, produttori discografici, insegnanti di musica, performers, compositori, ex hippies, e un punk (io), che credo proprio ero il più giovane. Il mio intervento, come sempre molto semplice, perchè parlo come mangio e mangio male, è quasi all’inizio del dibattito e come potete constatare voi stessi ad altri presenti la piega che ho dato alla discussione interessava eccome! Poi per il resto del tempo ho solo bevuto vino e mangiato patatine. Il video è un pò lungo, ma può valere la pena ascoltarlo, magari solo l’audio mentre si fanno altre cose al pc o in giro per la stanza, perchè alcuni personaggi presenti erano davvero particolari e ognuno aveva da dire la sua.

(Il link per ascoltare è qua sotto)

Music Freedom Day Bologna

 

 

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"Cronistoria di un baobab cresciuto nel cemento" Siamo tre sbombardati come voi, capitati per caso in questi opachi anni zero come voi. Con l'urgenza di essere un ordigno, una piccola esplosione di rumore e parole in mezzo a questo buio post-DEMENcratico, post-punk, post-cyber, post-futuro... Post-tutto, ma alla fine niente. Oh baby, sapessi com'è divertente inventarsi ogni giorno qualcosa per passare il tempo quando non hai nessuna prospettiva davanti! Un vero spasso...
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Una risposta a Intervento al Music Freedom Day

  1. Mukhsontetap scrive:

    muy buena serie. se trata de una perra (si ven la serie veran por que le digo asi) graficos buoens y escenas muy buenas ademas de que la historia te mantendra pegado a la pantalla (casi casi tu telenovela favorita no podras esperar al siguiente capitulo lastima que solo son 2) 9/10.

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