Esplorando fuori dal punk: un racconto di mare, Goa e pace cosmica.

Perchè scrivo questa cosa che mi è successa sul blog degli intothebaobab? Cosa cazzo centra sta roba con gli intothebaobab? Nulla si, ma anche tutto, perchè i baobab non sono un gruppo composto da gente che suona, bensì i baobab sono gente suonata che compone un gruppo…ha un senso compiuto questa frase? credo di no, e ciò paradossalmente ne conferma il senso/nonsenso..comunque, non perdiamoci, vi racconto lo stesso questa storia di vita vissuta (male) sennò poi fra un mese me la scordo già: Un lunedì qualsiasi non so che fare, prendo la macchina, vado nel primo paese che mi capita nei paraggi (così, totalmente a cazzo di cane) ed entro nel primo pub che trovo aperto, solo e felicemente solitario come un cane. Sorrido alla barista: “White Russian, e quando il bicchiere è vuoto non ti fermare”…ohhh yeah. Al quinto ho finito i soldi e fatto amicizia  con la barista che comunque mi sponsorizza i giri plus finali durante la chiusura della baracca. Si parla un pò e poi arriva la strana proposta, con tanto d’occhiolino: “C’è una festa da qualche parte nelle Marche questo fine settima, se vuoi… tante donne bellissime, uomini bellissimi e bellissimi animali”. Wow. Come si può rifiutare detta così…considerando che vedo sempre brutti animali prendo la palla al balzo. Trattasi di festa Trance Goa nella spiaggia, inizio sabato pomeriggio, fine domenica sera…allora penso che Simmy da quando non suona più con noi è un frequentatore di queste situazioni e dato che gli ex componenti dei Baobab rimangono sempre dei Baobab per contratto decido di chiamarlo e andare con lui, con Enciu e si aggiunge anche Puglia, un nostro amico conoscitore della lingua della Sciabola. Diffido, (“di te diffido” come mi hanno insegnato i saggissimi Piscio Sangue), ma mi butto con entusiasmo (come mi hanno insegnato i Lemmings, altrettanto saggi animaletti suicidi). La Trance Goa è ciò che abbia mai visto di più lontano dal punk, la cosa più antitetica che si possa immaginare, la stessa differenza che passa da un calcio in culo ad un massaggio al culo -ma in tutti i casi il culo lo abbiamo mosso- Arriviamo dopo una ricerca inumana quando è già notte, troviamo il posto perchè dalla strada spicca in lontananza la punta di una tenda illuminata color viola evidenziatore. Entriamo in spiaggia seguendo i bassi, sono vestito in maniera ridicola con un maglione fatto a mano coloratissimo e stranissimo rubato dall’armadio di Cico, delle pantacalze da anfibio aderenti nere lucide squamate, e scarpette nere bucate di plastica, sembro un girino gigante vestito da cena Natale a casa di parenti fricchettoni..ma subito mi mette a mio agio una sorta di vulcano di energia con sembianze crust/freak spiccatamente di sesso femminile  con dread neri e vestiti laceri che mi corre incontro sorridendo e urlandomi a un palmo dal naso “NON E’ VERO CHE IL TEMPO PASSA VELOCISSIMO QUANDO CI SI DIVERTE!!???” Le rispondo quasi innamorato che è vero, che sono qua da 5 minuti ma mi sembrano solo 2…mi schiaffa un bacio e se ne và saltando a spargere  gioia di quà e di là…freneticamente, fino alla sera del giorno dopo! incredibile cartola. Sotto la tenda si accalcano come mi era stato detto bellissimi uomini, donne e animali, tra cui oltre ai cani anche una farfalla enorme e colorata che ti aspetteresti di vedere solo nella foresta pluviale, che vola intorno alle luci colorare, incantata dagli sgargianti tendaggi fluo che sembrano ragnatele. Poco a poco la spiaggia si riempie di gente che balla intorno alla tenda, si allontana, gira, ma poi torna nel punto centrale che sembra la base, l’albero madre, un alveare psicadelico che brullica di api che ogni tanto volano via per poi tornare. La musica trance goa è così: un ba-ku,ba-ku,ba-ku,ba-ku,ba-ku,ba-ku,ba-ku,ba-ku continuo, ossessivo su cui volano sopra effetti e suoni eterei, sintetizzatori che creano un vento leggero di frequenze avvolgenti. All’inizio sono un pò perplesso, ma tutti attorno a me si muovono in maniera così primordiale e naturale, anche solo sbattendo i piedi e rilassando i muscoli del corpo, che inizio a farlo anche io..poi un pò di grappa e di sostanze aiutano..fatto sta che dopo svariate ore di “movimento” capisco che questa non è musica, è un lungo rituale per arrivare letteralmente in uno stato di trance! E’ simile ma contraria al punk questa storia: anziche “chaos, non musica!” questo è “armonia, non musica!”..wow, mi faccio prendere più di quanto immaginavo: tutti (sia che abbiano assunto sostenze, sia che non l’abbiano fatto) sorridono, tutti rilassati, tutti estremamente amichevoli con chiunque, soprattutto con gli sconosciuti, una rissa sarebbe semplicemente I M PO S S I B I L E! Tra gente un pò strana come me e quelli che sembrano più fighetti nessun contrasto, ci si guarda si balla, ci si sorride. Dopo ore e ore che non riesco più a calcolare la situazione è quasi intima, non esiste più alcun tipo di tensione..nemmeno quella sessuale perchè tutti sono lì per creare energia intorno all’albero luminoso-sparasuoni-madre, ballando e creando una sorta di complicità, si cerca un’unione energetica, una piccola oasi di pace cosmica nel bel mezzo della meravigliosamente degradata cittadella di mare marchigiana, vicino alla ferrovia e ai palazzoni  popolari che collezionano crepe. Non ci proverei con nessuna qui anche se sono tutte una più bella e fascinosa dell’altra, non avrebbe senso…difficile da farlo credere scrivendo! ma stando lì lo avresti capito… la mia amica del pub è vestita solo con un costume che fascia il suo corpo esile e bellissimo, ai piedi porta dei sandaletti da bambina, lenti a contatto verdi chiarissime e sulle fronte una perla indiana argentata, sembra una fata e non la barista del solitario lunedì precedente. Il pub, la macchina, le strade notturne, la solitudine non esiste più, nella nuova dimensione siamo tornati animali puri, semplici come primitivi e umani come una futura illuminata generazione che viaggia libera nello spazio. Arriva il sole e ci accorgiamo del mare..non si può capire cosa vuol dire in quella situazione aver visto albeggiare dietro di noi, il cielo diventare azzuro e..il mare fino all’orizzonte! sembra quasi che il rito per un mondo migliore e di pace sia riuscito.. L’effetto è quello. incredibile, e compare anche la ferrovia dietro la tenda madre e i palazzi, il treno passa e tutti urlano e ballano più forte, senza pausa, senza pausa, mai mai mai mai mai, ancora ancora all’infinito e oltre. Noi api iniziamo ad esplorare la spiaggia, a bagnarci nel mare per poi tornare al centro e si scoprono i volti delle varie tribù: un gruppo di ragazze molto vicine a punk di strada, sedute su tappeti e teloni in mezzo a cani, con dreadlook lunghissimi, vestiti laceri, sandali, toppe e stencil sugli abiti scuri che rappresentano funghi, cieli nuvolosi, enormi anelle alle orecchie e al naso, piedi neri – poi sicuramente una mescolanza sessuale incredibile (tantissime coppie lesbiche e gay), ragazze bellissime vestite da fate e uomini che sembrano pirati- poi la fauna locale dei ragazzi drogati della provincia marchigiana, simpaticissimi..una balotta in particolare mi ricordava qualcosa di vicino ai romanzi di Irvine Welsh-c’è una capanna dove donne sorridenti e gentili vendono cibi vegetariani e succhi di frutta-banchetti pieni di cartine e cilum. Simmy si riposa su un lettino, Enciu è in relax totale, Puglia parla estremamente la lingua della sciabola e cerca costantemente di convincere qualcuno a procurargli birre e sostanze a non finire. Incontro anche punks e skins marchigiani conosciuti al tempo di alcune occupazioni locali (come quella di cui ho bellissimi ricordi del Cervello Occupato)…surreale vederci qui in mezzo a questa spiaggia: “Sci sci è il modi..Modi?? Oh ma che tu ci fai qui? Mavaiii, è il Modi!sci sci…” Grandi eh eh. Il rito continua fino a che il giorno non diventa nuovamente buio…inutile descrivere oltre, pur non essendo il mio ambiente ogni tanto cercherò di ripetere questa esperienza, è come una parentesi, un scrollarsi di dosso tutta la merda e farsi fare un massaggio. Un’esperienza che mi ricorda tantissimo il libro-saggio “T.A.Z” di Hakim Bey, una zona autonoma temporanea, una tribù che arriva, monta le sue tende, denuclearizza un’area e vi semina energia nuova, positiva e cosmica, poi sparisce. modi

La velocità e il feticismo della merce hanno creato una falsa unità culturale che tende a levare tutta la diversità e individualità culturale, cosicchè “un posto vale l’altro”. Questo paradosso crea zingari, viaggiatori psichici spinti dal desiderio o dalla curiosità, vagabondi non legati a nessun particolare tempo e luogo, in cerca di diversità e di avventura”                                                                      Hakim Bey

OZORA-GOA FESTIVAL

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"Cronistoria di un baobab cresciuto nel cemento" Siamo tre sbombardati come voi, capitati per caso in questi opachi anni zero come voi. Con l'urgenza di essere un ordigno, una piccola esplosione di rumore e parole in mezzo a questo buio post-DEMENcratico, post-punk, post-cyber, post-futuro... Post-tutto, ma alla fine niente. Oh baby, sapessi com'è divertente inventarsi ogni giorno qualcosa per passare il tempo quando non hai nessuna prospettiva davanti! Un vero spasso...
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Una risposta a Esplorando fuori dal punk: un racconto di mare, Goa e pace cosmica.

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