Due visioni a confronto del concerto degli Adolescents del 3 agosto alla festa del PD di Portomaggiore…

Ecco due visioni molto diverse tra loro riguardo alle feste punk del partito che è al governo. La prima, quella dell’appuntamento da non perdere, è sicuramente la più seguita dai punks nostrani. La seconda, quella della situazione da evitare come la peste affinchè i partiti non usino il giochino del punk & il punk non usi il giochino dei partiti, evidentemente molto meno. Ma a voi valutare….

“La storica punk band (famosa per i suoi concerti violenti nei quali il pogo era assatanato e durante il quale volavano botte da orbi) capitanata da Steve Soto e Tony Cadena è venuta a farci visita direttamente da Orange Country, California, dopo 30 e passa anni di onorata attività portandoci il loro hardocre punk strepitoso. Bando alle ciance, cominciamo con il reportage. Purtroppo arrivo tardi e mi perdo completamente l’esibizione dei ferraresi Overdrive Banzai, ma riesco a vedere qualche pezzo degli Antares, band coi controcoglioni che mi è piaciuta abbastanza nonostante io abbia sentito pochi pezzi. Il palco è in fondo alla festa, vicino al palco in cui suonavano liscio. Ecco è stato bellissimo passare e vedere prima i vecchietti che ascoltavano il liscio e poi centinaia di punk incazzati neri che aspettavano solo gli Adolescents per menarsi. Qualcosa di unico, lo posso garantire. Il palco era sotto a un tendone in mezzo al verde e non c’era polvere, una cosa favolosa, ma soprattutto era basso e non c’erano la transenne. the-adolescents-antares-overdrive-banzai-a-what-is-rock-festival-portomaggiore-fe-001Ricapitoliamo: storico gruppo punk, pogo assicurato, stage diving garantito e niente transenne. Che cosa volete di più? Verso le 22.50 la band inizia a salite sul palco e io mi avvicino. Già subito al primo pezzo comincia il delirio e ci si scatena sotto al palco. Pogo pesissimo, bolgia enorme, stage diving continui, voli di ogni specie e casino di ogni sorta. Insomma, per quanto io vi possa descrivere tutto quello che è successo li sotto non potrò mai rendere davvero l’idea di cosa è stato. Bisognava davvero esserci per capirlo. Li sotto c’era il vero punk, l’attitudine vera, la passione di centinaia di persone, una grande famiglia felice di punk di ogni sorta. Il gruppo si esibisce per poco più di un’ora, regalando una grande perfomance, incoraggiando tutto ciò che avveniva sotto al palco e divertendosi. Infatti ciò che adoro di queste band è che ancora dopo 30 anni e più di carriera si divertono ancora a suonare, e a vedere giovani e gente di ogni età scatenarsi sotto al palco. Alla fine del concerto ero distrutto, sudato, pieno di lividi e con una gamba dolorante, ma tutto questo è stato ampiamente ripagato da grandi emozioni e dall’essere potuto salire sul palco a cantare il pezzo finale di the Kids Of The Black Hole, con annessa invasione di palco ovviamente da parte del pubblico. Sono anche riuscito a stringere la mano a Cadena e a rimediare un autografo di Soto e del chitarrista sul nuovo CD appena uscito. I ragazzi si sono dimostrati disponibilissimi e felici di poter firmare autografi e di stare a contatto col pubblico. Vi sfido a trovarmi gruppi che fanno questo al giorno d’oggi.”

Articolo di Enrico Bonfiglioli che si trova sul sito Roba da Rocker…

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Il seguente articolo invece, trovato su liberazione.it, riguarda sempre lo stesso concerto punk organizzato dal PD, ma parla della scelta degli Impact, storico gruppo punk ferrarese, di non partecipare.

Dovevano suonare a What is rock, a Portomaggiore. Sono gli Impact, storica band estense

Mentre Repubblica sbatte in prima pagina il guru Jovanotti e gli fa dire che la musica non è né di destra, né di sinistra, su Estense.com – autorevole sito ferrarese – si può leggere l’intervista a Gigo, leader dello storico gruppo punk che ha deciso di non suonare a un importante festival perché è una manifestazione del Pd. L’intervista dissacra tutti i “miti” della sinistra emiliana, dalle coop all’Arci fino a Fiorella Mannoia e quei cantanti che firmano gli appelli per la Costituzione ma poi continuano a legittimare i festival del Pd senza fare una piega.
Da un lato il musicista riflette sul Pd nazionale visto, più che come partito, come un «trabocchetto per chi culturalmente si identifica a sinistra», dall’altro osserva le ripercussioni sul piano locale, dove il Partito Democratico «ha il monopolio della cultura giovanile anche grazie al suo principale strumento: l’Arci».
Dovevano suonare con gli Adolescents, sabato scorso, il 3 di agosto, così diceva il cartellone fin da aprile. Ma poi il nome degli Impact, storica band hard-core di Ferrara, è sparito dalle locandine di What is Rock, festival in corso a Portomaggiore. «Per chiarezza – scrive il gruppo sul suo profilo fb – What is Rock è un festival finanziato dal Partito Democratico che lo ospita fisicamente all’interno della Festa Democratica di Portomaggiore (FE); in cambio WiR ospita il logo PD su quasi tutti i flyers delle serate accanto a quello di ospiti, partners, ecc.
Nella nostra minuscola città ovviamente questo lo vedono tutti ma sappiamo che altrove il dettaglio non è altrettanto palese. A chi si chiede perché non ci siamo espressi prima rispondiamo che rispetto a tre mesi fa le nostre ragioni oggi sono più che mai evidenti dunque sarà più facile farsi capire. Per quanto ci riguarda, esibirsi e/o collaborare in contesti come quello di una festa del Partito Democratico, a meno che non lo si faccia per esigenze di sopravvivenza, equivale ad alimentare il falso mito dell’appartenenza a sinistra di un’organizzazione invece di estrema destra, palesemente eversiva, guerrafondaia e criminale. Un finto partito che grazie al patto con il suo sodale, l’eversore mafioso S. Berlusconi, ha potuto ingannare la sinistra di questo paese per decenni proponendosi semplicemente come il “meno peggio”. Chi oggi non vede o addirittura nega tale realtà per quanto ci riguarda non può che essere cieco oppure in malafede.
Ammettiamo che stavamo per caderci di nuovo ma per fortuna siamo tornati in noi stessi e abbiamo fatto togliere gli Impact dal cartellone di What is Rock 2013.
impact_-_realta_mutabiliA noi piace pensare che almeno su determinate questioni quello dell’intransigenza rimane un valore che in molti dovrebbero riscoprire, specie in quegli ambienti di ispirazione libertaria – come fu anche il movimento hardcore punk – ai quali, malgrado tutto, sentiamo ancora di appartenere.
In pratica, pensiamo che sia necessario ristabilire una certa corrispondenza tra la parola e l’azione altrimenti il ridicolo diventerà inevitabile e almeno per quanto ci riguarda, piuttosto è auspicabile l’auto-estinzione della specie.
Pensiamo inoltre che il mimetismo ideologico di certe organizzazioni sia da combattere senza mezzi termini e che ciò si può fare anche attraverso le proprie prese di posizione; si tratta di piccoli gesti insignificanti che il più delle volte non costano un cazzo ma che argomentati a dovere possono trasformarsi in azione politica esattamente come la scelta della diserzione o la pratica della disobbedienza per un anarchico.
A chi sostiene che la musica non ha niente a che fare con la politica noi rispondiamo che almeno nel nostro caso e nel caso di What is Rock ciò non è affatto vero, come del resto è assai facile verificare in entrambi i casi, e dal momento che a noi non piace l’idea di assumere il ruolo di testimonial di una organizzazione golpista di destra, abbiamo fatto la nostra scelta”.

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AEREI DA GUERRA (da de-costruire)

“Contro la guerra non basta una bandiera”

ANXTV, La Spezia punx

 

air_f-35b_cutawayLa fabbrica dei cacciabombardieri F-35 è come un gigantesco sepolcro imbiancato, di una bellezza esteriore che copre le brutture. Nei campi del vecchio aeroporto militare di Cameri in provincia di Novara, su un’area di 550 mila metri quadrati, grande come un quartiere di città, dentro un hangar tirato a lucido hanno piazzato il meglio del meglio della tecnologia aeronautica organizzando una linea di montaggio dove operai dalle divise impeccabili lavorano intorno a scheletri di ali contrassegnate da bandierine a stelle e strisce essendo destinate agli Stati Uniti. Nei piazzali c’è fango e le betoniere vanno avanti e indietro sulla stradina che divide lo scalo da un bosco perché il grosso dello stabilimento deve ancora essere costruito. Entro il 2015, assicurano, qui ci saranno altri hangar, altre linee di montaggio e il padiglione dove i cacciabombardieri saranno resi stealth, invisibili. Per il ministro uscente Giampaolo Di Paola, ex ammiraglio, ex capo di Stato maggiore dellaDifesa, gli F-35 sono indispensabili perché si tratta di “velivoli da superiorità aerea” e gli stati maggiori formati alla scuola della Nato e della Guerra fredda condividono, mentre i giovani ufficiali scalpitano all’idea di piazzarsi alla cloche di quei mostri volanti.

148229_10151298015753281_1432605877_nE oggi il Parlamento della maggioranza PDL & PD(-L) ha confermato l’acquisto, ha detto si a spendere miliardi di euro per aerei militari mentre la gente fa fatica a mangiare. Sono già in costruzione, sono là, nel vecchio aeroporto militare di Cameri, provincia di Novara. Costruiscono la guerra, sappiamo dove, sappiamo come, e un giorno forse non troppo lontano sapremo anche il perchè. Siamo sicuri di voler aspettare? Forse potremmo mobilitarci come in Italia succede già per altri cantieri, come la T.A.V e il MUOS, per dare una sbirciatina….sabotare la guerra con l’azione diretta è rimasto ormai l’unico modo per non esserne complici.

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PANK-ACCACCI’ ALLA FESTA DEL PIDDI’ (wow..)

Le chiacchere stanno a zero, i fatti sono questi: il grottesco presente che tutti noi riguarda vuole che siamo “governati” (leggi “tassati”, leggi “annichiliti”, leggi “mentalmente stuprati”) nella nostra bella colonia europea a forma di stivaletto stile retrò dai due partiti che per decenni si sono dichiarati antagonisti, ma ora stanno a braccetto: il PDL e il PD(-L). Il governo Letta-Alfano ha fatto finalmente pacificare i cosiddetti moderati di destra e sinistra (sinistra?in che senso?), sotto la grande aureola comun-denominatrice di demo-cristianismo spinto, in nome della responsabilità (hanno preso l’impegno di ridurci alla fame, e i patti vanno rispettati signori e signore) ecco che la classe dominante ha finalmente gettato la maschera…sono d’accordo, sono sempre stati d’accordo. Sono speculari, sopravvivono l’uno dell’altro. Chi li ha votati se li merita tutti…noi no. Ma non voglio dilungarmi su questa nefandezza, perchè disgustarci si, ma sorprenderci no. Non ci sorprende più niente, N I E N T E…. il punto è un altro.

volantino del Pd. Da notare però che gli Straight Opposition non hanno suonato.

volantino del Pd. Da notare però che gli Straight Opposition non hanno suonato.

In questo grottesco presente che anche se non sembra tutti noi riguarda, dicevo, capita che alle feste di partito del PD(-L) si organizzino dei concerti punk-hc (punk-hc? punk-hc in che senso?), ed ecco che su quel cazzo di facebook che dimostra l’esistenza dei più spunta l’eventone: gli H2O, blasonato gruppo AaardeKore americano, con  annessi a seguito gruppi clone nostrani, ma che cantano rigorosamente in inglese, si esibiranno gratuitamente nel loro spettacolo AccaccìNeoMelodico-BirraInPlastica-CannottaConNomeGruppo-TatuaggioFigo-CappellinoAlContrario-Pogo-Go-Pro-Coccò e tutto l’ambaradan giovine, dove dove? Alla festa del Piddì di Ferrara. 

volantino fatto, fotocopiato e distribuito alla festa del PD(-L)

volantino distribuito alla festa del PD(-L)

“Ma vabbè Modi, hanno sempre suonato dei gruppi punk anche quando c’erano le feste dell’Unità però” oppure “Ci sono cose molto più importanti in questo momento”, oppure “ma se i gruppi si fanno pagare è un pò come se inculassero il partito”…frasi di amici, ma no, non sono d’accordo: quella è la cazzo di festa del PD nel momento storico in cui ci governa insieme al PDL, nel momento in cui svenano i più poveri e arricchiscono i più ricchi, nel momento in cui danno il via libera al razzismo e alla violenza con le loro insulse politiche d’austerità… e anche nel momento in cui a Roma la polizia accerchia 9 punk mentre fanno un attacchinaggio anti-elettorale, e a uno di loro, un nostro amico e per giunta minorenne, prendono la mano, la appoggiano sulla loro bella pistola, per poi denunciarlo con l’accusa di tentato furto aggravato a pubblico ufficiale! Letteralmente sequestrandolo per giorni in caserma senza neanche avvertire i suoi nonostante sia minorenne! Ecco il futuro di merda che ci hanno preparato, altro che pacificazione sociale…. e quindi: che facciano pure le loro feste del cazzo per chi ha la faccia tosta e l’ignoranza di votarli ancora, ma la loro bandiera NON DEVE essere accostata al “punk”! Sennò a sto punto va bene anche il concerto punk alla festa della Lega, o di Berlusconi, ecc… Oppure, se ci pagano andiamo a suonare per Forza Nuova così glielo mettiamo nel culo? Non credo…chi lo prende nel culo come sempre è chi ancora è così “stupido” da credere in un’esistenza libertaria, nuova & radicale. E tutto intorno il mondo sembra non fare altro che cercare di annacquare, inglobare, rendere innocuo, vendibile, insulso… accettabile. Chi lo prende in culo siamo “noi”, ma però, purtroppo, devo constatare che ad andare controvoglia là per rompere (& rompermi) un pò i coglioni, perlomeno per far notare l’incompatibilità di un concerto del genere ad una festa di quel partito, c’ero solo io. Non perchè sono “migliore” o “più consapevole”, ma perchè in generale non c’è tanta voglia di fare, non c’è una spinta vera e propria, o forse non c’è abbastanza energia…si parla di poco o niente, anche da “noi” (noi inteso come chi frequenta la scena punk del sottobosco dei centri sociali e delle occupazioni) molti aspettano un pò il “concertone”, per il resto fanno più che altro public relation, o ci si droga, e ok, ma forse in maniera un pò troppo ingombrante, o ci si muove a gruppetti di amicici, ma così…non si hanno le idee troppo chiare, e c’è un riflusso generale verso la normalizzazione abbastanza evidente. E’ brutto da dire, lo so, ma io sento questo. Ma chissenefrega! Solo come un cagnaccio pulcioso, arrivato a Ferrara, finisco di ritagliare i volantini che ho preparato ed entro alla famigerata “festa”. All’entrata ci sono vecchi che ballano nell’angolo del liscio, e loro  sono dei fighi, c’è poco da fare. Poi banchetti di cibo, libri, bancarelle varie, famiglie, bimbi con palloncino, stand di cucina argentina con stendardo di Che Guevara che con sguardo severo sluma le coppie che ballano il tango, per arrivare infine allo spiazzo dove c’è il concerto dei nostri supereroi haccaccì. La tristezza più cupa mi assale quando mi rendo conto che sono arrivato fin lì e non mi sono preso dietro neanche una schifosa birra…quindi pur di non dare soldi al partito mi toccherà, oltre che annoiarmi mortalmente, morire di sete tutta la sera. Temperatura 40 gradi. Rimango tutto torvo brutto e vestito di nero  con una faccia da aspirante suicida, appoggiato ad un palo per tutto il tempo in cui suonano i gruppi spalla. C’è non molta gente e a braccia incrociate che li ascolta. Tutti i presenti aspettano solo gli H2O, i gruppi prima si impegnano nel bel canto incazzatellultramelodico e gliela danno tutta a saltare e fare le loro muste migliori credendo sia il concerto della vita, ma in realtà la gente arriverà solo per il “gruppo famoso”… come da copione. E quindi aspetto quel momento per distribuire i miei volantini e fare un pò di velenosa polemica. Intanto trovo qualche faccia conosciuta e mi prodigo a spiegare le miei ragioni ed il senso della mia donchisciottesca missione kamikaze. Tutti si dicono più o meno d’accordo…però sono lì per il concerto uha uahahah! Ecco che il gruppo spalla scende dal palco deluso, inizio la mia opera maligna, schifosamente sobrio e terribilmente in solitaria. Zigzago tra un centinaio o più di berrettini, canottiere e tatuaggi trendy, qualche testa rasata, qualche giovane cresta con maglietta dei Rancid annessa, qualche bella ragazza con piercing al labbro, capelli lunghi e colorati, tutti moooolto ‘tu vò fa l’americano, ma sì nato in italy’…sconsolato perchè si vede lontano un miglio che a sti qua non gliene fregherà un cazzo…ma vabbè, ormai son lì, distribuisco il volantino cercando di divertirmi da solo usando le frasi più simpatiche e originali :” Ciao, ti lascio un volantino antipatico da leggere insieme alla tua famiglia”, oppure “Ciao, ti lascio un invito, la settimana prossima suona il tuo gruppo preferito alla festa del PDL, vieni!”, oppure “Tieni, c’è una raccolta punti, ogni 10 concerti punk che vai alle feste di partito possiamo comprare un nuovo F-35″….e via dicendo. A un certo punto incontro due soggetti della mia stessa risma che si prendono bene della cosa e per fortuna mi aiutano a distribuire sti volantini. Anzi, la cosa li fa sentire “redenti” ahaha! Mentre gli H2O preparano sul palco i cavi e la strumentazione, appoggio questi volantini proprio sul davanti a loro. Mi allontano e osservo un bel pò di gente che si avvicina li prende e inizia a leggerli lì, tutti in fila a guardare questo volantino con Letta e Alfano punk che si stringono la zampa. Poi commentano tra loro, si capisce che ne parlano, ma non riesco a capire che tipo di commenti siano. Ad un tratto il concerto inizia e al primo pogo lanciò tutti i volantini rimasti sulla testa della gente come una fossero molotov di coriandoli. Non ci sono transenne, ma dei buttafuori di origine africana sono lì davanti e non comprendono bene che quello è pogo e non una rissa (incredibile, succede ancora). Questi si mettono subito in mezzo a cercare di contenere la ressa come uno che cerca di fermare l’acqua di una cascata con le mani, tutti agitati, comicissimi…non riesco a non cogliere l’occasione, il mio cinismo ha la meglio. Nel casino generale di gambe, arti, membra che volano raggiungo il tipo della sicurezza più grosso, tutto sudato in volto, e gli faccio all’orecchio un vago, allarmanto e convincente ” Lui! Lui! E’ stato lui! Lì Lì!!” indicando a caso nella bolgia. Questo sembra proprio non capire un cazzo e in qualche modo, non sa neanche perchè, nè come sia possibile, non sa neanche a cosa… ma lui ci crede. Fa un cenno al suo collega e si buttano più o meno dove ho indicato cercando assurdamente di separare chi da non si sa chi…Mi trasformo praticamente in una iena ridens. Il gruppo dice dal palco che non vuole la sicurezza e tutti applaudono…ma intendeva i tipi che non hanno mai visto un pogo, non gli aerei da guerra purtroppo…Poi vado perchè mi sono rotto i coglioni, non ne ho più mezza. Torno a Bologna e basta, manco mi guardo il concerto. I regaz almeno si divertivano, chi consapevolmente, ma la maggior parte no. Io manco mi divertivo quindi via… Questa cosa di andare lì a cercare di dire qualcosa sarà servita a ben poco, la cruda realtà è che non gliene frega un cazzo a quasi nessuno. Ma forse a qualcuno gliene fregherà…il pubblico era molto giovane. Chissà, forse qualcuno leggerà e cercherà di capire. Ma che importa, quello che si sente di dover fare va fatto, anche se è considerato superfluo, anche se non servirà a niente. Stupidità, sentita.

Modi

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intervista a HELENA VELENA

page0-154702_10200193997114667_1018179929_nIl 13 aprile scorso abbiamo suonato al compleanno dell’Ateneo Occupato a Dragoncelli, ROMA. Dato che la nostra amica Helena era arrivata apposta per vederci dopo la sua diretta radiofonica di “Che Guevara era uno stronzo!”(omofobico e venditore di magliette 🙂 abbiamo approfittato della sua presenza per una bella intervista che tocca i temi più svariati. Helena Velena è un’agitatrice culturale da sempre attiva, psicoattiva, esistente e resistente, da Radio Alice, al punk anarchico dei Raf Punk, dal cybersex al transgender è a nostro parere una delle voci più interessanti che si possano ascoltare.

Ecco il link per VEDERE E ASCOLTARE: intervista (A)……HELENA VELENA

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BAOBAB Opuscolerie

Come “band” staremo fermi per un pò, non si sa esattamente quanto, forse fino a settembre, o forse anche oltre, o forse capiterà qualche concertino sporadico in questo periodo…non si sa, comunque ciò è dovuto a vari impegni e viaggi che ognuno di noi farà con altri gruppi. Fatto sta che non suonando è partito un altro progetto non legato al fare rumore, ma allo scrivere! La creazione di fanzine, da tempo assopita e bloccata (un pò perchè ci siamo concentrati su altro un pò perchè non ne avevamo mezza…) è riesplosa inaspettatamente in questa piovosa primavera vissuta nella disoccupazione ormai cronica.

windsor-1972-itE siamo orgogliontosissimi di annunciare che la prima uscita di Baobab Opuscolerie è un racconto del 1983 di Penny Rimbaud, ex batterista dei Crass, intitolato “L’ultimo degli hippies”. E’ la storia vista con gli occhi dei Crass della fine del loro amico Wally Hope, e con lui di metaforicamente di tutta quella generazione hippy che credeva che per ottenere la pace nel mondo bastasse essere in pace con sè stessi. Questa testimonianza, intensa, dolce e rabbiosa allo stesso tempo, racconta di cosa è successo ad una persona vitale, che credeva nell’amore, nell’anarchia e nella pace, che aveva avuto l’idea di  ridare alla gente le pietre magiche di Stonehenge, e di organizzarci attorno un grande free festival. Come dopo quel sogno di libertà il grigiore del mondo si sia preso l’anima ed il corpo martoriato di Wally “Speranza”: con la violenza della polizia, dei manicomi, nell’intolleranza tra le sottoculture e nell’indifferenza della gente, è naufragato il sogno di conquistare la pace con la pace. Questa testimonianza diretta dell’epoca svela il significato dello slogan crassiano “Fight war, not wars” tanto da farlo capire in maniera quasi empatica…”L’ultimo degli hippies” spiega lo stato d’animo che portò i Crass a diventare ad essere da hippies dei punk; un cambiamento che considera i movimenti di contestazione come un  “metodo”, mentre gli obiettivi rimangono gli stessi: uguaglianza, anarchia, pace. A noi sembra importante diffonderlo, e per questo lo facciamo al di fuori delle librerie, e a offerta libera.

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Intervento al Music Freedom Day

E’ capitato un pò di tempo fa che Chiara, che fa parte dell’associazione culturale BoGround invitasse un componente dei Baobab a fare un intervento ad una tavola rotonda  presso il centro Katia Bertasi, in via Fioravanti 22, in occasione del Music Freedom Day. Music Freedom Day è la giornata mondiale di dibattiti e manifestazioni contro la censura nella musica. Quando arrivò questo invito inaspettato subito pensai cosa potessimo centrare noi con la censura musicale..i nostri dischi non escono nei negozi, i nostri concerti sono auto-organizzati, i nostri messaggi non vengono filtrati da nessuna istituzione musicale che ci ricatta sull’ammorbidire i contenuti in cambio di visibilità…pensai “chi ci censura in realtà?”. Questo pensiero però ne face partire altri a catena e mi resi conto che accettare l’invito sarebbe stata una buona occasione per parlare di quella forma di censura molto più subdola e viscida che si può riassumere nel termine “repressione”: sgomberare spazi sociali dove si sviluppano i percorsi delle sottoculture che nel 99% dei casi usano la musica come principale strumento di espressione non è forse censura? Quando non ci saranno questi spazi i gruppi anti-autoritari e libertari andranno a dire la loro in un locale o spariranno? Io credo che molti spariranno…e quindi limitare gli spazi e libertà di azione è a tutti gli effetti CENSURA. La repressione bigotta & vecchio stile che avviene nei regimi repressivi può letteralmente ammanettare e fare violenza diretta sulle persone: vedi Pussy Riot in Russia, o più leggermente cose tipo i Sex Pistols che anche se nell’Inghilterra del ’77 erano primi in classifica nelle vendite di dischi il loro nome veniva cancellato nelle classifiche e il loro concerti venivano vietati…ecco, cose di questo tipo altro non fanno che attirare l’attenzione dei media e quindi ovviamente amplificare a dismisura i messaggi di rivolta di chi viene censurato, o imprigionato. E infatti le istituzioni più avanzate e che hanno imparato la lezione usano altri metodi: togliere la voce a chi non dice cosa al sapore di Amici di Maria, o al massimo puoi averla in piccola parte se fai parte di quel filone un pò contro, ma alla “partigiana”, alla Modena City Ramblers e tutti gli altri gruppi un pò di “sinistra” per capirci chiaramente…tutto quello che invece è radicale, sia nei suoni che nei contenuti, invece non deve emergere, la nostra merda non deve venire a galla…loro non rompono le nostre uova (leggi:non boicottano i nostri dischi), ma bruciano le nostre tane (leggi:sgomberano i nostri spazi), e lo fanno in mezzo all’indifferenza più totale della gente. Direi che questa è censura a tutti gli effetti. Non sarebbe bello se alla solidarietà con gli spazi sgomberati e alla lotta per trovarne altri partecipasse anche la comunità “musicale”, oltre che quella prettamente “politica”? Dalla risposta che si da a questa domanda potrebbe anche partire una riflessione sulla musica all’interno degli spazi libertari, e magari chissà, anche un tentativo di valorizzarla maggiormente nel caso si riconosca che è un elemento importante, se non fondamentale.

La tavola rotonda era composta dai personaggi più eterogenei: musicisti, giornalisti, produttori discografici, insegnanti di musica, performers, compositori, ex hippies, e un punk (io), che credo proprio ero il più giovane. Il mio intervento, come sempre molto semplice, perchè parlo come mangio e mangio male, è quasi all’inizio del dibattito e come potete constatare voi stessi ad altri presenti la piega che ho dato alla discussione interessava eccome! Poi per il resto del tempo ho solo bevuto vino e mangiato patatine. Il video è un pò lungo, ma può valere la pena ascoltarlo, magari solo l’audio mentre si fanno altre cose al pc o in giro per la stanza, perchè alcuni personaggi presenti erano davvero particolari e ognuno aveva da dire la sua.

(Il link per ascoltare è qua sotto)

Music Freedom Day Bologna

 

 

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italialiena

Componenti di Malasorte a Itali(A)liena

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Venerdì 19 aprile, siamo al LIBERA OFFICINA di Modena

Venerdì 19 aprile 2013

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ARE YOU ALREADY DEAD MAGGIE?

margaret-thatcher-crassE’ morta Margaret Thatcher e gran parte dei giornalisti italiani e non hanno dedicato alla Lady di Ferro la prima pagina con titoli a caratteri cubitali del tipo “La donna che ci vorrebbe ora in Europa”. Bene, ricordiamo un attimo chi era politicamente e umanamente Maggie (1925d.k.-2013d.K.), cosa ha fatto in Inghilterra come premier, e quali ricette sociali ha lasciato in eredita nella nostra Europa decadente. In un’Inghilterra di povertà, recessione, conti pubblici sballati e   questioni scottanti come quella Irlandese, il governo Thatcher decise di sistemare le cose e ristabilire l’ordine seminando in profondità il liberismo sfrenato ed il controllo repressivo che ci accompagnano ancora oggi: fece a pezzi i sindacati, aumentò la tassazione ai ceti meno abbienti, diede il via libero ad una brutale repressione poliziesca contro i minatori in sciopero e contro la minaccia dell’IRA, distrusse lo stato sociale e i servizi pubblici. Si guadagnò il tumblr_li2436mFZP1qzaq7wo1_500soprannome di “ladra di latte” per via di un decreto che tagliava la distribuzione gratuita del latte nelle scuole pubbliche dell’infanzia…tutto questo senza mai ascoltare le parti sociali e la protesta che montava ovunque in tutto il paese, dritta senza mai battere ciglio, mai un ripensamento…questa l’origine del suo nomignolo “lady di ferro”. Con le scelte politiche del suo primo governo la popolarità di Maggie era caduta in un baratro fatto di povertà e dissenso, ma riuscì a riguadagnare terreno ed ottenere il secondo mandato usando la leva più bieca: quella della guerra e del fanatismo nazionalista che riesce a generare negli imbecilli. Quando la sinistra laburista inglese si accorse di come cavalcare la tigre della guerra alle isola Falkland aveva giovato elettoralmente a quella stronza, ecco che anche da quella parte furono abbandonate le lotte pacifiste e anti-nucleari. Fu questo lo scenario, furono queste le motivazioni per cui esplose la “bomba” dell’anarco-pacifismo in Inghilterra, e poi nel resto del mondo. Una bomba che però, nonostante gli sforzi, evidentemente mancò gran parte dei suoi obiettivi…non per mancanza di capacità delle persone che lottavano contro tutto questo, ma semplicemente perchè questi obiettivi erano, e sono, enormi. La Thatcher ha lasciato un testamento che oggi si manifesta nelle politiche di austerity senza se e senza me, quelle che vanno a incidere sulla carne viva della gente, senza guardare in faccia le sue vittime. La Thatcher ha sdoganato la formula della repressione poliziesca basata sul metodo di etichettare la protesta sociale come “terrorismo”. Insomma…non possiamo dire che Maggie ci manca, ma il suo modello governativo è pressapoco quello che oggi domina l’Europa, e quindi, in qualche modo, è come se la vecchia fosse ancora qui con noi. 

crass

Per rendere meglio il clima di quegli anni trascriviamo stralci di un’ intervista del 1983, pubblicata su Maximum Rock’n’Roll, ad un componente dei Crass, il gruppo che senza alcun dubbio si oppose maggiormente e con più forza al governo Thatcher e alla sua guerra.

 

 

 

 

Cosa è cambiato tra quello che facevate anni fa e il tipo di informazioni che diffondete oggi?

Non è cambiato molto, solo che la situazione attuale è più grave, soprattutto dal punto di vista sociale.

Perchè è così grave?

Credo che la società si sia trasformando in qualcosa di più chiuso e rigido, pericoloso, razzista, sessista, classista e nazionalista. Non ti sembra preoccupante?

Credete di aver fatto tutto il possibile?

No, non è mai abbastanza, perchè fino a tre settimane fa pensavo ci fossero degli argomenti forti per un’attività riformista. A partire dagli anni ’50 ha iniziato a circolare un ottimismo giustificato, che riconosceva l’esistenza di tendenze riformiste nel nostro paese, che ci avrebbero portato verso una società più libera. Se la Thatcher fosse arrivata al potere grazie a una minoranza ristretta, si potrebbe continuare a pensarla così, ma dal momento che ha vinto le elezioni con una maggioranza schiacciante, quell’idea non è più valida. Per questo motivo, prima delle elezioni pensavo che il nostro impatto sociale fosse enorme, ma ora mi devo ricredere e pensare che non è stato sufficiente, che non stiamo colpendo nei posti giusti.

Appoggiate forse un eventuale cambiamento attraverso il sistema dei partiti?

Assolutamente no. Quello che intendo dire è che poteva avere senso appoggiare una tendenza di tipo riformista fino a qualche settimana fa. Quel che è certo è che prima della Falkland si respirava un clima pacifista e progressista, ma la guerra ha colpito così duramente il movimento, da farlo retrocedere di una decina d’anni. E’ per questo che prima della guerra il partito socialista e il labour  hanno cavalcato il movimento anti-nucleare, perchè si erano resi conto che il pacifismo era molto forte. lo hanno fatto anche negli anni ’60 arrivando al governo con le loro belle promesse. Nel programma promettevano di smantellare  gli armamenti nucleari presenti nel paese, mentre noi ci chiedevamo se fosse il caso di appoggiarli. La risposta fu no, perchè pesammo che avrebbero fatto quello che poi è avvenuto, ovvero dimenticarsene dopo essersi resi conto che la questione non attirava più voti.

Le cose che state facendo ora sono intrise di satira pesante, pensavo voleste commentare questa svolta. Vi state divertendo?

Se qualche cambiamento c’è stato è avvenuto con Christ-The Album, siamo diventati schifosamente autocompiacenti. Voglio dire, abbiamo rimixato alcune parti sei volte, significa che ci abbiamo messo sei giorni di lavoro. Tutto l’album è stato mixato tre volte e poi rimixato altre tre. Cazzo, stavamo diventando i Pink Floyd del mondo punk…tutto questo è successo prima della guerra delle Falkland, perchè allora pensavamo di avere il tempo di fare un buon album, ben rifinito, un’opera d’arte. Stavamo lavorando alla grafica e al libretto, ed è scoppiata la guerra: ci siamo ritrovati d’improvviso con questo stupido disco del cazzo senza un cazzo di commento sulla guerra intrapresa dal nostro paese. Allora avremmo dovuto invece pubblicare Yes Sir, I Will. Adesso non ci facciamo più sorprendere. Fanculo la qualità della registrazione, fanculo la produzione! Che le parole vengano fuori velocemente. Questo è ciò che conta davvero. Il nostro singolo non è un’evoluzione o una nuova prospettiva, è la nostra risposta ufficiale. E’ satira. E’ offensiva, proprio come si deve essere offensivi nei confronti di tutta la merda che ci circonda. E’ la nostra risposta ed è così schiettamente e stupidamente maleducata che ci sta dentro tutta la nostra rabbia. Spero proprio che reagiscano, che ci denuncino e ci portino in tribunale, così tutta la merda che ci tirano addosso gliela ributteremo indietro. E ci sarà la possibilità di fermarsi un attimo per capire cosa fare. Tipo un piano per riuscire a cancellare la signora Thatcher dalla faccia della terra, o qualcosa di simile. Potrebbe essere questa la nostra direzione, potremmo essere costretti ad abbassare i toni. Potremmo anche riuscire a trovare un’altra maniera di relazionarci con lei, ma non c’è maniera di relazionarsi con una simile…quindi col cazzo che abbasseremo i toni. E’ un pò come quando si è a scuola, con un’insegnante che ti ha preso di mira e tutto quello che ti resta da fare è essere così maleducato e offensivo con lei da farti cacciare fuori dall’aula, invece che stare lì buono buono per poi fare il cattivo alle sue spalle. Ecco mi sento di essere maleducato e offensivo…mi sento a mio agio. L’unica cosa che ci interessa è fomentare azioni che avrebbero potuto impedire di arrivare in questa situazione. Vogliamo che tutti si mettono a ridere quando la Thatcher inizia a parlare. Non saprebbe più cosa fare…ma so bene che non succederà, quindi dobbiamo inventarci qualcos’altro. In questi sette anni il nostro messaggio è stato questo: o si inizia a prendere sul serio quello che si sta facendo e lo si capisce fino in fondo, o ci sarà un bagno di sangue, che potrebbe iniziare anche quest’anno e continuare finchè non ci sarà una qualche forma di uguaglianza tra le persone.

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ITALI(A)LIENA 5# – 5/6 aprile 2013 – xm24 -Bologna

italialiena 2013La due giorni Itali(A)liena è partita 6 anni fa dalla prima cosa che abbiamo fatto come gruppo, ancora prima del nostro primo disco: una compilation con gruppi da tutta Italia. Insieme al Collettivo Malasorte e a XM24 (e quest’anno anche a parte della “Bologna Punx”) è poi diventata una festa, un appuntamento che è arrivato al suo quinto anno, forse l’ultimo! Un ciclo di cui siamo molto orgogliosi, ma che forse si può dire concluso…o si può trasformare, o evolvere, vedremo cosa succederà. Quest’anno, nonostante pareri discordanti, ma del tutto legittimi, dei vari componenti di Malasorte, io (Modi) credo che questa sia stata una delle edizioni più belle. Tutte e due le giornate sono state molto partecipate, un week end in cui è spuntato il sole e c’è stata la festa, dopo settimane di pioggia e notizie terribili riguardo suicidi, depressione, minacce nucleari…ci voleva un’altra festa. Il Bologna Brucia è stato intenso, ma ancora non bastava! Non tutti, purtroppo, si sono presi bene, ma la stragrande maggioranza di chi ha partecipato si. La commistione di generi che abbiamo tentato quest’anno  ha messo nello stesso punto spazio-temporale persone diverse, cosa che a creato inevitabilmente qualche incomprensione e tensione, ma che non è mai degenerata. Ha ampiamente prevalso la curiosità, la socialità e il divertimento. Tutti i gruppi  invitati, anche quelli che conoscevamo personalmente meno, si sono rivelati composti da persone oneste, amichevoli e valide. Durante la festa, tra le due giornate, penso siano passate per l’XM24 quasi un migliaio di persone, chi più chi meno consapevole e attento alle tematiche che siamo soliti proporre, ma tutti presi bene dall’accoglienza, dai colori, dalla musica. Per quel che ci riguarda una ulteriore riconferma del fatto che “sottoculture unite” non è uno slogan creato per far cantare un coro sottopalco, ma una dichiarazione d’intenti, un progetto concreto da portare sempre più avanti, da spingere sempre più oltre con tutti gli sforzi che comporta.

 Non li abbiamo ancora contati, ma i soldi ricavati dalla due giorni, esclusi quelli di rimborso ai gruppi e di spese per i volantini stampati e la cena, andranno a sfamare e curare un centinaio di gatti e cani randagi accolti in maniera no profit e volontaria da delle signore anziane di Medicina senza alcun tipo di aiuto da parte del Comune. Se si dovesse decidere di destinare parte del ricavato anche per altre cause queste scelte verranno riportate su questo blog, e probabilmente su quello del collettivo Malasorte.

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