“…parlare del desiderio significa parlare dell’ignoto, del desiderio di libertà…è impossibile conoscere un desiderio senza soddisfarlo, e la soddisfazione del desiderio è la rivoluzione…la cultura odierna, essendo individualistica, ha sostituito la creazione con la “produzione artistica”, e ha prodotto soltanto segni di una tragica impotenza…creare è sempre scoprire ciò che non si conosce…è il nostro desiderio di fare la rivoluzione.”
IS (Internazione Situazionista)
Il punk deve più di qualcosa all’Internazionale Situazionista, solo che non lo sa..e non gliene frega neanche un cazzo. E noi dobbiamo qualcosa al movimento punk, nato 30 anni prima di noi? Non lo so, e neanche questo è di grande importanza in fondo. Però il portale di comunicazone più isterico, diretto, divertente e alla portata dei nostri mezzi è sicuramente quello. Il desiderio di libertà, giustizia, pace ha bisogno di rivoluzione… ma quale rivoluzione è possibile nella provincia di un’italietta mafiosa, che sta dietro ad un’europa di banche e mercati, che sta dietro ad un’America di guerre, che sta in mezzo allo sfacelo…un’Italia dove l’individualismo egoista è tutto, non esistoni movimenti forti di opposizione, tutti i vecchi fascisti sono ancora lì a governare, a nessuno è rimasto un bricciolo di credibilità. Il punk è l’unica rivolta possibile (non rivoluzione, RIVOLTA), è una forma sfuggente e non teorizzata di anarchismo, fatta di rumore, pazzia, colore, autoproduzione di vestiti e risorse per vivere, concerti illegali, simboli e messaggi contrastanti. E’ la creatività che sostituisce l’arte, un calcio in culo ai divertimenti borghesi, ai prodotti commerciali e al controllo sociale. Questa è la mia visione del punk e per questo suono in un gruppo punk. I rave sono divertenti, allucinogeni e potenti, ma se mettessimo i messaggi del punk dentro un set tecno i 3/4 della gente uscirebbe..perchè in fondo sono lì per farsi il fine settimana senza pensieri, in attesa del prossimo lunedì. E va bene eh, nulla di male..ma a noi non basta. E non ci basta neanche solo collezionare dischi degli anni ’80, riempirci di toppe, e neppure andare a vedere l’ennesimo concerto di un gruppo strafigo e brutale di cui nessuno capisce cosa stia dicendo e perchè, ma a tutti piace per partito preso. Se questo è il punk, allora forse noi non siamo punk! Quello che ci interessa è andare in giro a conoscere gente diversa, condividere musica e divertimento con loro supportando situazioni e posti antagonisti, fare conoscere i nostri messaggi per cercare di stringerli tra le mani sempre di più, fare da collante e unire tante esperienze e visioni diverse con la nostra fanzine, KAOS, perchè soli uniti si fa la forza. Vogliamo distruggere, creare, occupare, scardinare, urlare, ascoltare, rompere i coglioni e tirare secchiate di vernice verde su qualsiasi schifosa forma di “normalità” in tutte le cento modalità che ci frullano al secondo nel cervello. Se questo è punk allora lunga vita al punk!