Cara, non trovo il martello

Cosa rimane di noi nel nostro presente? Dov’è il chiodo dove battere il nostro martello? E se lo trovassimo questo chiodo…abbiamo un martello?

Siamo in un mondo dove il potere si gioca in nuove guerre fredde che ricalcano le vecchie, ma con più giocatori. Ci sono nuove crociate esplosive mosse da poteri culturali medioevali, ancora in nome di un dio. Le ignoriamo solo perché sono l’unica minaccia seria rimasta al sistema che abbiamo sempre odiato. Siamo in un continente che si sta dividendo tra nazionalisti (di sinistra e destra) ed europeisti (di sinistra e di destra). Siamo in un paese in cui la mafia è istituzionale, l’istituzione è pro-banche e contro il popolo e, cosa ancora peggiore, spesso il nemico numero uno del popolo sono gli ultimi del popolo.

Cambiano i blocchi di potere in opposizione tra loro, a volte si confondono, a volte uno è dentro l’altro come una matrioska. Viviamo un marasma e non riusciamo a interpretare un cazzo, perché è tutto complicato, però troppi continuano a voler interpretare la realtà con vecchi schemi. Una sorta di mancanza di idee spacciata per purismo e coerenza. Potrei terminare la mia esistenza domani per ciò che ho mangiato fino a ieri, o per una bomba esplosa in piazza Maggiore. Fregherebbe solo e comunque ai miei affetti, chiunque altro userebbe l’episodio solo per tirare acqua al mulino del suo confuso schieramento. Questo chaos crea però anche un cortocircuito nel sistema binario su cui si è sempre basata la nostra sovrastruttura sociale: bianco/nero, maschio/femmina, gay/etero, destra/sinistra, giusto/sbagliato, pro/anti, ecc, ecc…e forse è proprio questo è il chiodo: le linee di confine si offuscano e confondono.

Il punto nevralgico su cui la nostra controcultura (?) può picchiare in questi tempi penso sia porre questa domanda a chiunque: perchè schierarsi per un peggio o un meno peggio senza mai chiedere qualcosa di meglio? La gente ha paura dei “terroristi”, ma anche di chi dovrebbe proteggerli dai “terroristi” e cioè quel potere che da anni e anni sta solo ormai vietando, tassando, riducendo i diritti…nonostante le linee di divisioni tra buoni e cattivi si assottigliano la gente sceglie quello che ha sempre pensato di dover scegliere: ciò che considera il meno peggio. A volte è stato il fascismo, a volte il comunismo, a volte il capitalismo, a volte dio. Questa settimana i greci hanno scelto NO a un referendum sulle imposizioni europee, ma non sapendo assolutamente a cosa porti questa scelta per loro, intuendo solo che la realtà cosi com’è non và…quindi NO. Ma anche se smettesse (e ce lo auguriamo) lo strozzinaggio europeo si affideranno a qualche altro potere per il “qualcos’altro”.  La storia recente ha visto la “primavera araba” trasformata in ciò che è ora la realtà del medio-oriente. Scelte coraggiose, libertarie, che implicano il sacrificio, ma che hanno aperto il campo a nuovi poteri ugualmente assassini se non più spietati dei precedenti.

La gente deve capire, e sarebbe meglio che lo facesse ORA, che ogni forma di potere per mantenersi tale non fa altro che instaurare un sistema binario basato sulla divisione e il dominio, instillando paura. La questione veramente difficile è costruire l’alternativa a questo meccanismo, perché comunicarne la necessità conta poco-niente. Gli altri, come noi, hanno bisogno di vederla e toccarla con mano, di poterla sperimentare. 

Non ci serve un esempio da seguire su COSA creare per uscire dai sistemi di potere binari. Non per tutti uno spazio di libertà è un centro sociale.

Serve molto  di più un esempio da seguire su COME si può creare un’uscita, ma usando i mezzi e gli obiettivi a ciascuno più congegnali.  E questo perchè di uscite se ne devono inventare 7 milioni diverse perché ci sia anarchia, e tutte coscienti e rispettose delle diversità perché ci sia pace. La nostra controcultura non tende al cosa, ma al come.

Dicevamo che è tutto complicato e ci siamo rotti anche le palle di tanti tentativi e le nostre energie si devono ricaricare. La serenità di una serata in un posto che non possono sgomberare, il poter controllare umore e nervi con sostanze eccitanti o calmanti, diventare semplicemente gruppi musicali che fanno nuove canzoni…è sacrosanto coccolarsi un po’ in una realtà stronza e incerta.

Il chiodo però è lì, spunta più che mai, piantato nelle contraddizioni eclatanti che tutti i sistemi binari di potere negano di avere, ma che ormai vede chiunque…molti potrebbero convincersi che in fondo non hanno bisogno di schierarsi dentro le scelte imposte, ma dovrebbero ingegnarsi per uscirne e cercare oltre, altro, estendere la propria esistenza anziché stringerla in una sua rappresentazione . Il chiodo è lì…e il martello dove l’abbiamo appoggiato?

Punk Sei Dank


 

  

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"Cronistoria di un baobab cresciuto nel cemento" Siamo tre sbombardati come voi, capitati per caso in questi opachi anni zero come voi. Con l'urgenza di essere un ordigno, una piccola esplosione di rumore e parole in mezzo a questo buio post-DEMENcratico, post-punk, post-cyber, post-futuro... Post-tutto, ma alla fine niente. Oh baby, sapessi com'è divertente inventarsi ogni giorno qualcosa per passare il tempo quando non hai nessuna prospettiva davanti! Un vero spasso...
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